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La certezza di un tiro preciso a ogni distanza

La certezza di un tiro preciso a ogni distanza

Quando si spara in un poligono, colpire il centro del bersaglio può essere una questione di luce, di lettura del vento e di mille altri fattori, ma almeno la distanza è un elemento certo. Non altrettanto avviene a caccia, ambito nel quale la preda non si mette di certo in posa e la distanza reale tra il cacciatore e l’ungulato può essere influenzata, nella percezione soggettiva, dal tipo di sfondo (spazio aperto, alberi, macchia mediterranea), dal momento della giornata e da altri fattori. Conoscere con precisione la distanza della preda è, tuttavia, un requisito fondamentale per la buona riuscita della caccia di selezione, in quanto come è noto il proiettile sparato dalla carabina ha una traiettoria parabolica: se l’animale si trova esattamente alla distanza per la quale il cannocchiale è stato tarato, ovviamente il proiettile colpirà esattamente il punto mirato, ma se l’animale si trova a una distanza superiore, il proiettile subirà quella che si definisce “caduta”, ovvero colpirà un punto più basso rispetto a quello mirato. Quanto più basso dipende da molti elementi, che possono essere costituiti dal coefficiente balistico del proiettile (in parole povere la sua aerodinamicità) e dalla sua velocità iniziale. I principali produttori di cartucce pubblicano i valori di caduta delle munizioni alle distanze comprese tra 0 e 300 metri, una indicazione più precisa sulla velocità e sulla caduta del proiettile può essere ricavata misurando dal vero le proprie cartucce nella propria carabina con un cronografo e calcolando la parabola con un programma balistico. Tutte queste informazioni però non servono a nulla se, poi, sul campo non si è in grado di conoscere a quale distanza sia la preda.

I telemetri

Lo strumento principe del selecontrollore è il telemetro laser, una nuova generazione di strumenti ottici che, inquadrando il bersaglio, proiettano su di esso un raggio laser che viene riflesso indietro e rilevato da un apposito sensore che è in grado di determinare a quale distanza si trovi. Oltre alla distanza lineare, il telemetro è in grado di rilevare anche l’angolo di sito (cioè in pratica il dislivello tra il cacciatore e l’ungulato), che determina anch’esso una influenza sulla parabola del proiettile, e calcolare la distanza “virtuale” con l’angolo di sito opportunamente compensato. I telemetri laser sono ormai disponibili in moltissime configurazioni davvero per tutte le tasche e anche i più economici sono ormai in grado di offrire al cacciatore una portata decisamente rilevante, come il compatto 39Optics Chamois ARC che può arrivare efficacemente fino ai 600 metri, ma il modello Hawke Endurance che può invece arrivare fino a 1.500 metr) e il Sig Sauer Kilo 2400 può giungere con precisione fino addirittura a 2.500 metri.

Ma c’è di più: ormai la tecnologia consente di integrare in modo efficace gli strumenti digitali all’interno degli strumenti ottici tradizionali, trasformandoli in qualcosa di completamente nuovo ed efficace: così, per esempio, è oggi possibile integrare un telemetro dentro un potente binocolo di altissima qualità come lo Zeiss Victory RF (8x42 o 10x42 od 8x54 o 10x54) e farlo dialogare con il proprio smartphone via Bluetooth, in modo da ottenere i dati balistici precisi del proprio connubio arma-cartuccia, in modo da ottenere i dati relativi alla caduta della palla, perfettamente personalizzati. 

Ancora, con il sistema SIG Electro-Optics BDX è addirittura possibile far dialogare direttamente il telemetro, lo smartphone e il cannocchiale di puntamento installato sull’arma, ottenendo automaticamente la correzione sul reticolo in funzione della distanza, senza neanche dover toccare le torrette. Il futuro è già oggi e per il cacciatore moderno, può rappresentare uno strumento concreto per un abbattimento sicuro ed etico in qualsiasi circostanza. 

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  1. herryalex

    nice post really apricate

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